sabato 29 marzo 2014

Inchiesta di Repubblica



Questa inchiesta dovrebbe essere letta da tutti i sanitari a mio avviso, è troppo importante conoscere la situazione della nostra sanità, oltre quello che già sappiamo su come vanno male le cose, questa inchiesta svela il dietro le quinte del mondo delle ambulanze. 
Solo l'ennesimo caso di malasanità e malagestione che coinvolge il paziente/cittadino in prima persona...
Mettetevi nei panni di chi chiama il 118 e dopo aver letto questo articolo non saprà più chi si trova davanti...! Dobbiamo essere la rassicurazione, la sicurezza del cittadino e invece siamo l'incubo, che inizia già dalla soglia di casa...

------------Buona lettura-----------

In Italia sono migliaia, cinquemila solo quelle affidate ai 200mila volontari delle Pubbliche assistenze e delle Misericordie. Poi ci sono quelle pubbliche e quelle della Croce Rossa. Ma quando si chiede l’intervento di un mezzo di soccorso non si ha nessuna certezza su cosa arriverà, sul personale a bordo, sull’efficienza degli strumenti. Così come non c'è chiarezza sui costi del servizio che variano da regione a regione, da provincia a provincia. Ora Pubbliche assistenze e Misericordie chiedono regole più precise e la prossima settimana manifestano a Roma 
....

Può capitarvi un volontario o il dipendente di una cooperativa, l'addetto di una Asl o di un'azienda che gestisce la centrale del 118. 
In Italia, a seconda di dove vi sentite male troverete soccorritori diversi. 
Nel mondo già eterogeneo della sanità non c'è nessun settore spezzettato come quello dell'emergenza. Le differenze non sono su scala regionale ma provinciale: anche due aziende sanitarie confinanti possono essere organizzate in modo diverso. 

Storicamente è il volontariato a mettere a disposizione del sistema sanitario le ambulanze. Cioè Anpas (che riunisce le Pubbliche Assistenze) e Misericordia (forte soprattutto al Centro).
Il loro ruolo è fondamentale in realtà come la Toscana e l'Emilia, che hanno continuato ad utilizzare le ambulanze di associazioni che hanno storie secolari. Ci sono però realtà dove il sistema pubblico fa da solo, o quasi, come Veneto, Val d'Aosta, Lazio e Sicilia.
Quasi perché talvolta vengono bandite gare a cui partecipa anche il volontariato, è il caso del Lazio, oppure, come in Sicilia, alle associazioni si chiede di coprire le "eccedenze", cioè di mettere a disposizione ambulanze nelle zone in cui non arrivano i tantissimi stipendiati del servizio sanitario regionale.
E questa è solo un primo schema del settore. 
Poi bisogna far entrare in campo un terzo attore, la Croce Rossa, che è un'organizzazione complessa che vive un periodo di difficoltà, anche per quanto riguarda l'attività di soccorso. E ad esempio in Lombardia non è quasi più presente però in altre Regioni resta una realtà importante. 


Per il 118, ci sono delle Asl che affidano il servizio di emergenza attraverso bandi di gara.
In questo modo in Basilicata, ad esempio è stato escluso il volontariato. 
Stessa cosa è successa in Campania alla Asl di Benevento.

In Emilia, si diceva, c'è invece una storia antica di presenza del volontariato, e le associazioni vengono accreditate dalla Regione che indica dove c'è bisogno di ambulanze sul territorio. 

La Toscana è andata oltre: con una legge, ha inserito all'interno del sistema sanitario il volontariato. Lo ha fatto perché l'Unione Europea ha contestato che un servizio così costoso (un'ottantina di milioni di euro) sia affidato senza bandi di gara. Per evitare l'ingresso di soggetti privati si è così fatta una legge che rende le associazioni un pezzo di sanità. 

Anche in Liguria e in Piemonte ci si sta chiedendo se percorrere la stessa strada.

In Lazio no, lì c'è l'Ares, che lavora con personale stipendiato, anche se con problematiche che affrontiamo negli altri pezzi di questa inchiesta. 

In Veneto, a Rovigo, è nata invece una cooperativa di Pubbliche Assistenze, che ha vinto una gara. 

In Lombardia ci sono varie soluzioni, in certi casi le ambulanze hanno a bordo solo personale stipendiato, in altri volontari. 

Insomma, città che vai, soccorritore che trovi. 


ROMA è un caso a parte!!

Chi chiama il 118 per una emergenza, come si è detto, è convinto che una ambulanza sia uguale all'altra, cosi non è, nel Lazio ne esistono addirittura di cinque tipi, dalla più attrezzata alla basic, da quella con personale ultraspecializzato a quella che a bordo ha solo dei volontari.
Ormai quasi la metà delle ambulanze della Regione Lazio non sono più pubbliche, sono gestite da società private, da onlus, da croci multicolore, dalla Croce Rossa con dipendenti propri o volontari, oppure sono ambulanze "spot" (autoambulanze occasionali, che entrano in servizio a chiamata, giorno per giorno) per le quali è impossibile fare controlli e verifiche certe "nessuno sa al momento dell'attivazione di questo tipo di ambulanza chi sono le persone a bordo, quale sia la loro formazione, e che tipo di allestimento abbia il mezzo", spiega Rosita Di Gregorio, coordinatrice della sala operativa 118 dell'Ares (Azienda regionale emergenze sanitarie). Le ambulanze private non sono tutte uguali. "La maggior parte delle macchine di volontario hanno soltanto due soggetti di equipaggio e mai soggetti sanitari", dice Sabino Venezia, coordinatore nazionale Pubblico Impiego per Usb (Unione sindacale di base). 


Ma ripartiamo dall'inizio, dalla nostra telefonata al 118. "Le ambulanze private comunicano con la centrale operativa principalmente via telefono cellulare, così come quelle pubbliche, stante i noti problemi delle comunicazioni radio che saranno superati attraverso l'imminente passaggio da sistema analogico a digitale" spiega la ex direttrice generale dell'Ares, Rossella Carucci.

L'Ares, sta cercando, dal 2005, di dotarsi di un nuovo sistema radio. Ad oggi tutto il sistema di comunicazione tra autoambulanze e centrale operativa 118 si regge fondamentalmente sui cellulari con evidenti rischi di copertura del gestore, ritardo nelle trasmissioni di soccorso, ritardo nelle comunicazioni per linee occupate. In caso di maxiemergenza, le prime a saltare sono proprio le comunicazioni dei cellulari perché i ripetitori si saturano rendendo ingestibile ogni tipo di contatto con le singole ambulanze.
Il nuovo sistema digitale, dal costo di 16 milioni di euro, non sarebbe tutt'ora operativo, avrebbe dovuto coprire tutta la regione ma nelle provincie laziali non funziona affatto e a Roma e Roma provincia funziona a intermittenza. Inoltre tutti i mezzi privati (convenzionati, spot, Cri, e croci multicolore varie) sono privi di radio. Il risultato è che la trasmittente viene usata poco e nel caso in cui saltassero le linee dei cellulari "molti mezzi non li potremmo più utilizzare", sottolinea Rosita Di Gregorio "Questo significa non ottemperare più agli obblighi del 118, quindi garantire il soccorso". Inoltre in caso di maxiemergenza,  l'Ares dovrebbe disporre di personale con pronta reperibilità. 
"Una lista del genere dovrebbe essere disponibile in centrale operativa 118", chiarisce Rosita Di Gregorio, ma in centrale ovvero il luogo da dove coordina la ricezione delle chiamate al 118, non l'ha mai vista. Eppure esiste visto che nel 2012 in bilancio erano previsti circa 300mila euro di indennità per "reperibilità". Dalla sala 118 si coordinano e controllano gli interventi d'emergenza, mentre chi vigila se le ambulanze operative siano in regola e idonee a prestare soccorso, è il dottor Michele Tancredi Lojudice (direttore Acovies, la struttura di Ares che controlla le attività dei convenzionati, tra cui i volontari). E' lui a svelare come funziona la gestione dei protocolli di vigilanza. "La legge regionale non prevede sanzioni e non definisce uno specifico reato", dice "quindi né io né gli altri dirigenti dell'ufficio abbiamo la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, in altri termini non possiamo fermare i mezzi per strada o accedere alle sedi senza il consenso del rappresentante legale". Ovvero, prima di controllare il mezzo di una società privata, il controllore deve avvisare il controllato. 



Sui circa 220 mezzi impiegati nel Lazio un centinaio sono privati. Tra questi ci sono le ambulanze definite "spot", ovvero auto private chiamate occasionalmente, per coprire gli imprevisti. Costano all'Ares più di 5 milioni l'anno, solo su Roma ce ne sono in servizio una trentina ogni giorno, con oscillazioni che arrivano anche a 38-40 vetture. Il costo di una singola ambulanza "spot" può andare dai 600 ai 1200 euro, anche se fa un solo intervento. Mentre sul versante pubblico l'Ares attua dal 2009 il blocco dei turn over, chi va in pensione non viene rimpiazzato. I dipendenti pubblici sono soggetti a doppi turni per compensare la carenza di personale. "Solo che non si tratta di 10 pratiche amministrative in più, ma si tratta di soccorrere in modo efficace 10 persone in più", dice lapidario su questo punto Sabino Venezia. I continui doppi turni, inevitabilmente si portano appresso una ricaduta sugli interventi, il personale stanco è soggetto a rischi maggiori: c'è una percentuale di infortuni sul lavoro che è superiore a quella dell'industria pesante o di quella cantieristica (175 infortuni ogni mille dipendenti) come riporta il documento unitario stilato delle Rsu (rappresentanti sindacali unitari) dell'Ares 118. L'ex direttore generale, Rossella Carucci, dà il quadro totale di spesa: "Il costo annuo del personale (pubblico) è di circa 100 milioni di euro". Da qui quasi il 20% del bilancio Ares è dedicato alla voce straordinari. Primo Trinca, sindacalista Cisl, fa i suoi rapidi conti: "Sono circa 20 milioni di euro all'anno senza i quali verrebbe azzerato il servizio di emergenza in numerose località". 


In questo contesto la provincia di Latina e Frosinone, dal 2013, stanno sperimentando una nuova fase di privatizzazione. Il servizio di primo soccorso è stato infatti assegnato totalmente nelle mani del privato. Il 23 gennaio scorso è stato pubblicato sul sito della Regione Lazio il bando che mette a gara europea postazioni d'intervento. Il tutto per la cifra di 65 milioni per 3 anni. Leggendo le carte attentamente parrebbero riscontrarsi delle anomalie, ad esempio si contravviene al DPR del 27 Marzo 1992, in cui si identifica nel sistema radio la base delle comunicazioni con la centrale, invece questo nuovo bando sancisce che i mezzi sul territorio possano non avere un sistema radio e comunichino solo attraverso telefonia mobile (a questo punto non si capisce perché si investano 16 milioni di euro per la realizzazione un nuovo sistema radio, di cui non se ne prevede l'uso). La seconda nota che balza agli occhi è il passaggio in cui si sancisce la possibilità di avere un equipaggio a due unità solamente, contravvenendo anche qui ad una delibera della Regione Lazio, la n° 1004/94. 

lunedì 24 marzo 2014

concorso brescia

Voglio essere onesta, avevo preparato tutte le carte da spedire, e mi ero iscritta anche on line, insomma, avevo fatto quasi tutta la procedura, poi all'ultimo momento non ho spedito, presa dallo sconforto e dalla depressione. Dopo qualche giorno leggo questa notizia: 
Brescia 10.200 richieste presentate per il concorso indetto dal Civile per 35 posti a tempo indeterminato da infermiere.
..forse avrei dovuto affrontare quel viaggio, spendere i soldi del treno e dell'autobus, della notte in ostello, per godermi questo spettacolo, che ha stupito lo stesso direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera bresciana!?si può parlare anche solo di speranza in queste condizioni? Comunque Si, bisogna andare sempre a provare i concorsi...però...
Cosa ne pensate voi?
Ecco qualche notizia in più.
«A memoria mia non c’è mai stato un numero così elevato di candidati per un concorso indetto dal Civile». Lo stupore del direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera bresciana, Primo Fogassi, è palpabile. Questa è la reazione a caldo di fronte alle 10.200 richieste presentate per il concorso indetto dal Civile per 35 posti a tempo indeterminato da infermiere. Seppure il Bando ufficialmente parli di soli 20 posti, in realtà il Piano di assunzioni del Civile per il 2014 prevede già 35 incarichi. Solo due anni e mezzo fa un concorso analogo, con qualche posto in meno, ma identico in termini di incarico, aveva ricevuto 2.800 richieste.
Si dovrà aspettare la settimana prossima per avere un quadro completo dei 10mila candidati al concorso del Civile, con indicazioni sulla provenienza geografica e su quanti materialmente si presenteranno alla preselezione.
Secondo l’esperienza degli ultimi anni, come spiegano proprio dal Civile, i candidati reali dovrebbero essere il 30 per cento in meno di quanti hanno fatto la pre-iscrizione on line, ma pur sempre 7mila.

portiere e curriculum

                            Portiere non te reggo più!

Non mi importa se stai facendo in fondo in fondo il tuo lavoro...io ormai l'ho capito...tu sei il nemico del neolaureato, che quando va a consegnare i curriculum trova te. 
Tu rappresenti la barriera fisica ma sopratutto mentale tra noi e il lavoro, ci togli l'utopia di poter parlare con qualcuno, un essere umano che scambi con noi due parole...sei la negazione del sogno che il nostro curriculum sia  letto e non accantonato o peggio cestinato...!!!!
Portiere...io dopo averti incontrato in mille cliniche, in cento ospedali, in case di cura, oggi più serenamente ti capisco, ok! è il tuo lavoro non far bussare all'ufficio del personale tutti i disgraziati che vogliono lasciare il loro curriculum, la posta, la pubblicità, ok! ma almeno famme un sorriso!illudimi che consegnerai con amore il mio curriculum!


domenica 23 marzo 2014

Chi salva un bambino, salva il mondo intero

Mi sembra doveroso pubblicare qualcosa sulle manovre di primo soccorso pediatriche
 Poche parole perché poi vi inviterò a visitare siti più dettagliati e specifici.
Ieri ci sono state le lauree di nuovi colleghi, ricordiamoci che come infermieri possiamo e dobbiamo anche insegnare qualcosa...affinchè non ci siano piu queste tragiche notizie propongo una catena di insegnamenti di manovre di primo soccorso...io inizio cosi!

Intanto secondo me impariamo cosa NON FARE (dal sito mamme acrobate)
- non mettere le mani in bocca per rimuovere il corpo, il rischio è di farlo andare più in profondità, causando un’ostruzione completa; è un’operazione che si può fare solo se il corpo è affiorante, cioè se lo si riesce a vedere prossimità delle labbra - ad esempio un “filo” di prosciutto che è incastrato in gola ma si riesce a tirare fuori prendendolo dalle labbra.
non dare da mangiare o da bere
non posizionare il bambino a testa in giù, non dargli pacche sulla schiena in quanto interrompono il meccanismo naturale della tosse che è la prima e più efficace difesa del corpo in presenza di un corpo estraneo nelle vie aeree.

Come RICONOSCERE un soffocamento
- Ostruzione Parziale  il bambino tossisce, piange, urla, ci chiama.
- Ostruzione completa l’aria non passa, il bambino non respira, non piange, non ha voce. È “un bimbo pesce” che boccheggia. Si porta le mani alla gola.

MANOVRE DI DISOSTRUZIONE


Bambino: in difficoltà, che non respira

Io: mi avvicino, lo invito a tossire, rispettando inizialmente la posizione a lui più comoda, mi inginocchio dietro di lui, di lato, con un ginocchio sollevato in modo da averlo tra le gambe

Bambino: smette di tossire, di respirare, diventa blu, si agita, è ancora cosciente

Io: ALLERTO I SOCCORSI , rimanendo dietro il bambino, lo afferro per la mandibola e lo piego poggiandolo sul mio ginocchio ed effettuo 5 colpi interscapolari con via di fuga laterale, rimetto in piedi il bambino e pratico 5 manovre di Heimlich (mano chiusa, tra processo xifoideo e ombelico, spinge a cucchiaio) dopo di che riprendo per la mandibola e ricomincio, alternando 5 e 5 fino a disostruzione avvenuta.

Se il bambino diventa incosciente, chiamo il 118 e stendo il bambino, pratico una MODICA estensione del collo, e guardo la bocca, SOLO se l'oggetto è affiorante lo tolgo con il mignolo, altrimenti lo lascio dove sta. Pratico 5 insufflazioni e passo alla rianimazione cardio polmonare con 30 compressioni per tre volte, alternando due insufflazioni (nuove linee guida).
Mi fermo SOLO quando arrivano i soccorsi avanzati, c'è la ripresa del circolo o sono assolutamente sfinito.
Mai interrompere la respirazione o il massaggio perchè anche se non ce ne rendiamo conto stiamo spingendo sangue e ossigeno al cervello, seppur minimo, molto utile.


Nel caso di un LATTANTE 


 La manovra va fatta inginocchiandosi, adagiando il lattante lungo il proprio braccio, leggermente declive e con la mano libera praticare 5 pacche con via di fuga laterale, dopo di che girare il lattante a pancia in su girandolo sull'altro braccio e praticare 5 compressioni lente e profonde con due dita, tra i due capezzoli. Ripeto la manovra 5 più 5.





Se il lattante diventa incosciente procediamo a porlo sul pavimento, 5 insufflazioni bocca naso e 30 compressioni (come sopra, con due dita) ripetendo i cicli fino ai casi suddetti.


Quello che tutti dovrebbero seguire è  lui: 



Secondo me è un mito, io l'ho incontrato durante il corso per diventare volontario di Croce Rossa e poi quest'anno per il corso PBLSD, è una persona fantastica, un professionista indiscusso e con una missione speciale...visitate il suo sito.




Ma sopratutto guardate i suoi VIDEO perché spiegheranno più di mille parole
in 3.35 minuti vi dice tutto, e gli argomenti sono moltissimi, bambini, lattanti ecc.




Vorrei raccontare ai colleghi sanitari cosa mi ha detto un amica parlando di quello successo da Ikea nei giorni passati "Mbè certo, ma bastava prenderlo per i piedi e sbatterlo un pò"
Non so quanti di voi, come me, sarebbero inorriditi, sopratutto dopo pochi mesi dall' ultimo corso PBLS (pediatric basic life support) con il fenomenale Dott. Squicciarini, che conferma l'erroneità di questo tipo di manovra!
Quello che ho pensato io un po infidamente è stato "possibile che ci sia ancora gente che pensa che il bambino vada sbattuto come un pesce?"
Poi mi sono ravveduta, ho pensato "ma che st...za sono?!, non tutti hanno avuto accesso alle informazioni come me, o si interessano all'argomento, o hanno prestano attenzione a questo, perché non si pensa mai che potrebbe coinvolgerci in qualche modo".
Quindi se c'è anche una sola persona che non sa, che non è informata, ci deve essere qualcuno pronto a spiegarglielo di nuovo.
Non abbassiamo mai la guardia, non siamo mai snob, non diamo mai per scontato!
A me ha passato il testimone la mia amica quando mi ha fatto capire di non sapere nulla sull'argomento, e a voi? a chi spiegherete in questi giorni le manovre?


Questo è pezzetto del suo messaggio sulla Home Page del Dott. Squicciarini

Il mio sogno di OGGI non è più quello che avevo qualche anno fa quando ho iniziato questo percorso: all’inizio desideravo un convegno nazionale e  poter divulgare a tutti le manovre corrette, oggi che:
-    di convegni ne ho fatti decine,
-    di regioni ne ho visitate moltissime,
-    di istruttori ne ho formati circa 650 in un anno
-    di formatori nazionali almeno 20
-    di referenti regionali 15
-    ho stampato 20 mila manualetti e li ho distribuiti
-    ho stampato 30mila poster che sono stati distribuiti in ogni dove
-    ho realizzato ben 4 DVD sulle manovre che sono sia on line che stampati e diffusi
-    ho una lista di attesa per formare Istruttori Croce Rossa ovunque

Il mio SOGNO quindi OGGI è un altro, in quanto ho raggiunto l’obiettivo prefissato.
Cosa desidero oggi ?
Oltre a questo sogno di poter girare tutta l’Italia e coordinare in ogni regione quanto sopra descritto e cercare di coinvolgere sempre più persone per riuscire in capo a pochi anni ad azzerare quel numero assurdo di un bimbo morto quasi a settimana in ogni regione ed in ogni fascia sociale della nostra penisola.
Se muore un uomo lei è VEDOVA, se muore una donna lui è VEDOVO, se ad un bimbo muoiono i genitori lui è ORFANO, ma se ai genitori muore un bimbo…..non esiste il nome. Sono i SENZA NOME, perché in 2000 anni di storia l’uomo non ha coniato un termine per ciò che è CONTRO LA NATURA DELLA VITA STESSA.
Per fare questo servono risorse, soldi, e uomini di buona volontà, io non dispero, magari una ereditiera che non sa cosa fare della sua eredità potrebbe decidere di mettere in piedi la più grande campagna operativa mai esistita. Il fatto è che tutti quelli che occasionalmente se ne sono occupati o lo hanno fatto per poco e non assistiti da una campagna duratura e con fondi scarsi.
La mia fortuna è  stata che la Happy Family ONLUS che avevo creato con alcuni Amici ( http://www.happyfamilyonlus.it che si occupa di migliorare la qualità della vita dei bambini in chemioterapia e delle mamme che li assistono ) si è occupata di stampare il materiale didattico da donare ad ogni mamma. Moralmente non è giusto che se un genitore è ricco può permettersi di comperare un libro o un DVD e se invece è povero non lo può fare. Ecco perché credo che tutti debbano riceve gratuitamente il materiale per imparare a salvare un bambino.
Se poi la ricca ereditiera non si vedrà all’orizzonte, continuerò a fare ciò che faccio: giro per le scuole con la Croce Rossa, spedisco DVD a chi lo chiede, invio manualetti nelle scuole, chiedo di stampare poster a qualcuno in ogni città , e metto tutto on line per far scaricare a tutti il materiale.
Ho deciso che non mi occuperò più del COME ma solo del…. COSA.
ho superato e realizzato ben oltre quello che sognavo tempo fa.

Sogno in maniera intensa di realizzare il più grande centro di formazione per Genitori, nonni, maestre d’asilo, insegnanti di scuole elementari, assistenti sociali di bambini malati, bagnini, baby sitter, capo boyscaut e tutti coloro i quali vivono e lavorano con i bambini, per poter insegnare loro gratuitamente quello che di diritto questa società doveva dargli e non gli ha donato: imparare  a salvare vite umane , ma soprattutto di bambini.

QUALCOSA IN PIU'
Il Baby Security permette di individuare, tutti quegli oggetti che più frequentemente causano il soffocamento dei bambini, ed eliminarli dagli ambienti da loro normalmente frequentati, per renderli luoghi sicuri. Questo dispositivo ha una forma che ricorda un po’ quella di una lente di ingrandimento; nella sua parte superiore circolare, c’è un foro del diametro di 4,5 cm che sarà la nostra guida: tutti gli oggetti che passano attraverso questo foro, non sono adatti ai bambini e sono pericolosi.

I PERICOLOSI...
- noccioline e arachidi
- caramelle
- pile
- palline
- prosciutto crudo, wurstel o similari tagliati grossi
- pezzi di frutta troppo grandi
- acini di uva
- pongo
- monete
- tappi di biro
-palloncini
Un’attenzione particolare poi, deve essere prestata ai giocattoli, che possono contenere parti potenzialmente pericolose, sebbene lo sviluppo di norme di sicurezza che regolano la loro produzione, abbia introdotto maggiori e più attenti controlli.

sabato 22 marzo 2014

Ikea: bambino soffocato

Purtroppo oggi scrivo questo post infelice...
La notizia è uscita ovunque, parliamo del bambino morto da Ikea per un semplice  hot dog

Messaggero:  La procura di Roma procede per omicidio colposo in relazione alla morte del bambino di tre anni avvenuta ieri, dopo cinque giorni di ricovero in ospedale, per un soffocamento dovuto ad un hot dog consumato nel ristorante Ikea nel centro commerciale «Porta di Roma».
Oggi, dopo il via libera del pm Alberto Galanti, sono stati espiantati gli organi per essere donati. Il magistrato ha disposto l'acquisizione della cartella clinica e affidato ad un medico legale l'incarico di eseguire l'autopsia. L'accertamento è in programma domani. Al vaglio degli inquirenti potrebbero finire anche i filmati, se conservati, del ristorante e gli eventuali ritardi di chiamata dei soccorsi segnalati da qualche testimone


Omicidio Colposo, due parole pesanti che in ogni caso non potranno riportare in vita quel bimbo.

Da infermiera, quello che mi stupito e fatto riflettere, è che le persone "non sanitarie" non sappiano ancora come affrontare un soffocamento, perché con il fatto che noi sanitari,  tra corsi di aggiornamento, lezioni, seminari, volontariato, ne parliamo tantissimo, abbiamo la sensazione che tutto il mondo ne parli e sappia quello che c'è da sapere, e invece è tutto il contrario. C'è sempre bisogno di confronto continuo con la comunità, e c'è sempre un infinito bisogno di informazione! Non tutti sanno ancora cosa fare ma sopratutto cosa non fare!!
Spero di contribuire anche io con il post che seguirà riguardante l'ABC del primo soccorso pediatrico.

Dopo lo sgomento iniziale, mi sono chiesta, come tutti, penso, ma come è possibile che gente che lavora nello Small Land, cioè a contatto con i bambini, e cioè nella ludoteca più famosa del Globo Terrestre, non sia formata con un minimo di nozioni sul primo soccorso???
Oltre a tutti i dipendenti in generale, che lavorano a contatto con un pubblico cosi vasto a cui dovrebbe essere data l'opportunità di seguire dei corsi di BLS (basic life support)?
Sono sicura che ora cominceranno a farli fare....

Poi mi sono chiesta subito dopo, ma a questi enormi poli commerciali, dove affluiscono milioni di persone, oltre a permettergli di aprire senza le strade adeguate, le infrastrutture, i collegamenti, i parcheggi capienti, senza buoni piani regolatori, permettono anche di proliferare senza prevedere neanche uno, e dico un punto Medico????
Perché Zoo Marine, Aqua Piper lo devono avere e questi giganti dell'economia no?
Cosa costerebbe in confronto ai guadagni che noi stessi gli facciamo incassare? 
Forse per coprire tutti i turni, su un mese, servirebbero 4 medici e 5/6 infermieri? In un sito dove ad ammortizzare questo costo sarebbero i più grandi imprenditori mondiali Ikea, Decathlon, LeroyMerlin, Carrefour, Cinema,che si vantano essi stessi di convivere nel più grande Centro Commerciale d'Europa, quanto costerebbe ad ognuno????

Senza dover arrivare alla morte, atto atroce, violento, pubblico, non pensate di sentirvi un po meno sicuri ora? Non vi farebbe inca..zz..are farvi semplicemente male all'interno di un Supermercato e non avere nessuno che vi possa aiutare? 
Non pensiamo alle cose solo quando accadono le tragedie...l'uomo si evolve anche per prevedere gli eventi!!
Possibile che il Denaro, la Spesa, la Società fatta di corse all'apparenza e al consumismo ci stia offuscando la mente?Ci vogliono come macchine, come arance da spremere...
L'unica cosa positiva che esce dalla storia del piccolo bambino morto, è che Ikea ospiterà dei corsi gratuiti di primo soccorso...non possiamo minimamente parlare di magra consolazione, visto che per quello che è successo, consolazione non ci sarà.
Non solo, a dire il vero se vogliamo vedere del positivo, ma più che altro un gesto di amore immenso, c'è che i genitori del bimbo hanno deciso di donare i suoi organi, pensate a questa scelta, in un momento cosi atroce della vita, pensate a che atto di altruismo...

Donati gli organi «La generosità e l'amore di Alessia e Lorenzo, i giovani genitori del piccolo Francesco Emanuele Maria, morto ieri mattina all'età di 3 anni, alle 9 presso la Tip del Policlinico universitario A. Gemelli hanno permesso di oltrepassare l'indicibile dolore personale per la morte del loro unico figlio e pensare di poter aiutare con il consenso alla donazione degli organi ad altri bambini gravemente malati». Lo comunica il policlinico Gemelli.
«E così è stato possibile - si legge nel comunicato - offrire una speranza di vita a tre piccoli grazie a tre trapianti effettuati nella notte: uno a Roma, all'Ospedale Bambino Gesù, per aiutare un bambino affetto da una grave patologia epatica trattabile solo con il trapianto, gli altri due a Genova e a Bari per aiutare due bimbi affetti da gravi malattie renali».