venerdì 11 aprile 2014

Partita IVA: gioe e dolori

Questa grande sconosciuta


Qui sotto troverete in quest'ordine:
*REGIME DEI MINIMI, 
*ENTE PREVIDENZIALE (e gli anticipi),
*APERTURA P.I. E COMPILAZIONE RICEVUTE



Prima di tutto....ma perché hanno tutti paura della Partita Iva?

1) Se sei un libero professionista non hai garanzie tipo malattie, ferie, maternità, certezza di lavorare ecc ecc ma fai lo stesso lavoro degli altri e devi pagarti tutto da solo!

2) Anche se come vedremo, l'apertura della Partita Iva di per sé non ha costi, ha delle CONSEGUENZE onerose sul fatturato e cioè:

  • 5 % di IVA allo Stato (se siete agevolati dal regime dei minimi sennò sarebbe al 21%)
  • 15-20 % all'Ente previdenziale (i famosi CONTRIBUTI che non avendo il contratto, ti devi pagare da solo!)
  • 15-20 % ANTICIPO di una somma che serve a pagare appunto un anticipo delle tasse per l'anno successivo stimato attraverso dei calcoli dal commercialista
(Non me ne vogliate se sono stata approssimativa con le percentuali, ci ho messo davvero tanto a capire come funziona e ho capito questo.)

Facciamo un esempio pratico:
Mario emette una fattura con regime dei minimi per un mese di lavoro in una clinica e lo stipendio è 2000 euro. 
Mario potrà spendere di questi 2000 circa 1000/ 1200 . Gli altri soldi dovrà lasciarli sul suo conto in banca per quando dovrà pagare tutte le suddette tasse. 

Diciamo che si dormono sogni tranquilli se ci si lascia un 50 %. Lo so vi potrà sembrare eccessivo, ma serve ad avere la tranquillità di avere i soldi a Giugno quando te li chiedono!!
Poi consigliatevi voi con il vostro commercialista...!


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*Ma vediamo che cos'è un REGIME DEI MINIMI

Il regime dei minimi è un particolare regime fiscale italiano in vigore dal 1º gennaio 2008 introdotto con la legge 24.12.2007 n. 244, art. 1 commi 96-117 molto semplice e vantaggioso mediante il quale si può contare su un abbattimento dei costi amministrativi.

Recentemente ci sono state importanti novità nel settore Partite Iva e sono spiegate bene in questo articolo del Sole 24 H e in tutto il web
Sostanzialmente si può ancora scegliere il regime dei minimi di cui parlo io qui sotto, se si conta di rispettarne sempre i requisiti di inclusione.

Chi può accedere
  • chi presume di avere un volume di ricavi entro il limite dei trentamila euro annui;
  • non ha effettuato cessioni all'esportazione;
  • non ha dipendenti o collaboratori;
  • non ha erogato utili ad associati in partecipazione con apporto di solo lavoro;
  • non ha acquistato nel triennio precedente beni strumentali per un importo superiore a quindicimila euro.

Molto semplicemente siamo NOI, ragazzi usciti dalla Laurea di Scienze Infermieristiche senza una carriera alle spalle 

In che consiste in pratica

L'imposta sostitutiva di Irpef e Irap che scende dal 20 al 5 per cento.

E sarà questo 5% a dover essere scalato insieme agli altri costi previdenziali da ciò che guadagneremo!


Altre cose da sapere 

Questo sito è fatto benissimo  http://www.professionisti.it/enciclopedia/voce/2067/Regime-dei-minimi e risponde a tante domande nella sezione FAQ, comunque molto semplicemente

  • Non si possono scaricare le spese mediche e altri costi tipo bollette, macchine aziendali bla bla bla 

Ometto di scrivere altro perché io ho letto milioni di blog e siti ma le info sono tantissime, si citano leggi ecc e onestamente quello che serve sapere ai fini pratici è solo questo scritto su.


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*Vediamo come FUNZIONA L'ENTE PREVIDENZIALE
ENPAPI

La mia situazione lavorativa in effetti non esiste, perché non sto lavorando al momento, ma mi è sembrato di capire che le aziende, come anche le Cooperative, gradiscono l'infermiere libero professionista (cioè che possiede dal P.I.) perché possono "ingaggiarlo" con più facilità e senza contratto, visto che si fattura tutto da solo...

Allora ho pensato che sarei stata più allettante se l'avessi aperta
MA
tutti ne parlano come una cosa sconveniente, ed in effetti ha i suoi lati negativi.
Ho capito che non può essere aperta come forma di investimento su se stessi, cosi, tanto per averla e darsi una chance in più, sarebbe meglio aprirla se si ha la sicurezza di lavorare in un bel giro di domiciliari/ collaborare con una clinica / fatturare in qualche altra attività o con una cooperativa, perché altrimenti per gli infermieri diventa davvero costoso per via sopratutto dell'Ente Previdenziale che come vedremo chiede dei contributi anche se il fatturato è = a 0.



Dal momento dell'aperture della P.I. diventiamo

 dei 

Liberi professionisti infermieri


@#$ Molto imortante:

L’infermiere libero professionista deve inviare all’ENPAPI la domanda di iscrizione utilizzando il modulo “domanda di iscrizione” disponibile sul sito www.enpapi.it. La domanda deve essere trasmessa insieme ad un documento d’identità entro 60 giorni dalla data di inizio dell’attività di libero professionista.

In più : si deve dare comunicazione al Collegio di inizio attività libero professionale, attraverso la compilazione e la consegna del modulo di presentazione informativa dell'esercizio di attività libero professionale entro 30 giorni, l'inizio dell'attività. Il Collegio ha l'obbligo di tutela deontologica, e professionaleIn giù del professionista e assolve inoltre ai compiti di controllo sulla pubblicità sanitaria ad esso demandati per legge.

La P.I. si apre in 5 minuti e si può anche chiudere in qualsiasi momento senza costi aggiuntivi e si fa dal commercialista (molto più facile rispetto al farla da soli presso Agenzia delle Entrate)



E qui subentra il discorso ENPAPI che ci delucida subito: 

Sussiste l’obbligo di iscrizione ad Enpapi per i soggetti, iscritti nei Collegi provinciali IPASVI, che esercitano attività libero professionale:

  • in forma individuale in quanto titolari di:
    • partita IVA,
    • rapporto di collaborazione coordinata e continuativa;
    • prestazioni di lavoro autonomo non abituale. 
  • in forma associata in qualità di:
    •  associato ad uno studio professionale;
    •  socio di cooperativa sociale con rapporto di lavoro autonomo.

Cioè praticamente sempre!


Quindi se hai la partita Iva pensa che dovrai pagare le tasse allo Stato e quelle all' Enpapi e la "bella notizia" è che per questo specifico ente previdenziale si devono pagare dei contributi minimi e cioè anche se non si guadagna....

Infatti ecco i costi. 

Per esempio nel 2014, dal sito dell' ENPAPI si legge...


contributi minimi 2014 dovuti per l’intero anno sono pari a:
• € 1.180,00 per il contributo soggettivo;
• € 150,00 per il contributo integrativo;
• € 60,00 per il contributo di maternità;
per un totale di € 1.390,00.
L’importo dovuto a titolo di anticipo del saldo 2013 è calcolato sulla base dei redditi presunti dichiarati per il 2013 o, in mancanza, sull’ultimo dato reddituale dichiarato rivalutato, con applicazione delle seguenti aliquote:
• per il calcolo del contributo soggettivo: aliquota ordinaria 13% (aliquota ridotta applicata ai pensionati 6,5%, salva opzione per applicazione di aliquota superiore);
• per il calcolo del contributo integrativo: aliquota ordinaria 4%.

Il versamento può essere effettuato con modalità rateale ovvero in unica soluzione.
Le scadenze indicate per i pagamenti sono:
• 10/02/2014- 1° rata
• 10/04/2014- 2° rata
• 10/06/2014- 3° rata
• 11/08/2014- 4° rata
• 10/10/2014- 5° rata (O PAGAMENTO IN UNICA SOLUZIONE)

Le date riportate sui bollettini di pagamento rateale sono puramente indicative: la mancata osservanza della scadenza non comporta applicazione di sanzioni e/o interessi; per una corretta gestione, si richiede che il totale dovuto risulti integralmente versato entro il prossimo 10 ottobre 2014.
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Per il 2014, il contributo soggettivo obbligatorio dovuto annualmente da ogni iscritto è pari al14% del reddito netto professionale (al netto delle spese ma al lordo della ritenuta d’acconto) da lavoro autonomo conseguito nell’anno di riferimento e risultante dalla relativa dichiarazione dei redditi. È in ogni caso dovuto un contributo soggettivo minimo pari, per l'anno in corso, ad euro 1.180,00 annui. Questo importo potrà essere rivalutato annualmente dal Consiglio di Amministrazione in base alla variazione annua corrispondente all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati calcolato dall’ISTAT. 

Il contributo soggettivo minimo è frazionabile in tanti dodicesimi del suo importo quanti sono i mesi di effettiva iscrizione all’Ente; rimane invariato l’obbligo di versare il contributo in percentuale sul reddito prodotto.
L’importo del contributo soggettivo versato è deducibile ai fini IRPEF. 


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Se NON prevediamo di lavorare molto, ed intendo guadagnando sia quello che serve per pagare le tasse sulle prestazioni, sia i contributi pensionistici, sia altri soldi per campare, comprare il pane, pagare la benzina ecc, comincia a diventare davvero sconveniente come dicono tutti!!
Non basta guadagnare i 1.390 euro per l'Enpapi, bisogna guadagnarne almeno il doppio se non il triplo o più per tenere in piedi tutto il sistema...Chi ha tutto questo lavoro?Dia una mano anche a me per favore!!


C'è da dire che si hanno delle agevolazioni sul versamento dei contributi se non si lavora molto...


RIDUZIONE DEL CONTRIBUTO SOGGETTIVO

Riferimenti normativi
art. 1, comma 8 e art. 3, commi 4, 5, 6 e 7 del Regolamento di Previdenza

Riferimenti Ente:
Servizio Entrate Contributive

Soggetti interessati

Possono ottenere la riduzione del 50% del contributo soggettivo minimo:
1.     gli iscritti che svolgono, oltre alla libera professione, anche attività di lavoro dipendente con rapporto di lavoro a tempo parziale (part-time) con orario di lavoro inferiore o pari alla metà del tempo pieno (riduzione per contestuale lavoro dipendente);
2.     gli iscritti che siano rimasti inattivi per almeno sei mesi continuativi nel corso dell’anno solare  (riduzione per inattività professionale);
3.     gli iscritti che non abbiano compiuto il trentesimo anno di età all’atto della prima iscrizione all’Ente (riduzione per età);
4.   gli iscritti, titolari di partita IVA, per i primi 4 anni di iscrizione all'Ente.
Le riduzioni non sono tra di loro cumulabili.
Le riduzioni si applicano solo al contributo soggettivo minimoÈ comunque dovuto il contributo soggettivo calcolato in percentuale sul reddito professionale prodotto.



A partire dal 2012, possono ottenere la riduzione del 50% dell’aliquota ordinaria di calcolo del contributo soggettivo dovuto (per il 2012: dal 12% al 6% del reddito professionale prodotto) gli iscritti che siano già titolari di trattamento pensionistico. Costoro, inoltre, hanno diritto alla riduzione del 50% del contributo soggettivo minimo e l'esonero dal contributo integrativo minimo. Per ottenere tale agevolazione è necessario comunicare all’Ente la titolarità del trattamento pensionistico con la compilazione del modulo appositamente predisposto (tale comunicazione non deve essere effettuata da coloro i quali siano titolari di pensione erogata da Enpapi).


   
 IN PIU'.... 
(gli anticipi)



I suddetti contributi, a differenza delle tasse nella P.I., li dobbiamo versare sempre e comunque, anche se non lavoriamo!

Quindi quando qualcuno parlando di Partita IVA scappa spaventato e dice che è costosissima in effetti secondo me si riferisce non tanto alla Partita IVA in sé, quanto al fatto che ha delle conseguenze. 



Infatti l'altra nota dolente dell'avere la parità Iva sono gli ANTICIPI 
Scusate se non sarò chiara ma il commercialista ha dovuto farmi uno schemetto, alla decima volta che chiedevo spiegazioni!!

Più o meno significa questo: 
Alla prima volta che si pagano i contributi per l'anno appena trascorso, si deve anticipare una percentuale dei soldi che dobbiamo dare x l'anno che verrà!stimati attraverso dei calcoli incomprensibili!

Capite bene che se ogni volta che emetto uno fattura ci pago il 5% di tasse allo stato (per il regime dei minimi) più un 15 -20% all'ente previdenziale e poi ci aggiungo circa un 15-20 % di anticipo va a finire che da quello che devo togliere per capire vagamente il reale guadagno è circa il 40%!!!!

Ma per essere sicuri di ritrovarsi i soldi per pagare tutte ste tasse a fine anno è meglio lasciarsi di più, Tipo il 50%!
Io faccio così è tutti mi dicono di fare così...poi vedete voi...se avanzeranno meglio così, ma lasciarsi più di quello che prevediamo ci chiederanno serve a coprire eventuali errori di calcolo o cambi di leggi ecc....

Significa che se faccio una prestazione e la faccio pagare 100 il guadagno stimato è 50!ma questi soldi non ve li prendono subito ma a fine anno e significa quindi che ve li dovete CONSERVARE fino al momento di pagare le tasse! 
Di ogni prestazione quindi dovete pensare di guadagnare e di avere liquidità per un 40-50 % e di lasciare fermi in banca i restanti aspettando che ce li chiedano da pagare.


In finale...se decidete di aprire la Partita IVA, la storia è questa...



E tutti gli altri? Chi come me va a fare una puntura alla vicina di casa una volta ogni sei mesi?!
Rimango fuori dalle Coop, dalle Aziende, dalla P.I., insomma come faccio?

In Italia se non si guadagnano più di 5.000 Euro l'anno, non si deve fare la dichiarazione dei redditi, non sei costretto ad aprire la P.I. e quindi non si pagano tasse. 

Dal sito tasse-Fisco
Esistono anche altri casi di esonero come la produzione esclusivamene di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e altri redditi per i quali la detrazione prevista non è rapportata al periodo di lavoro come per esempio l’attività libero professionale intramuraria del personale dipendente dal Servizio sanitario nazionale, redditi da attività commerciali occasionali, redditi da attività di lavoro autonomo occasionale purchè inferiori ai 4.800 euro annui, oppure compensi derivanti dall’attività sportiva e dilettantistica nei limiti di 28.158,28 euro annui.

Ma ricordiamoci che anche se non dobbiamo presentare la dichiarazione dei redditi per l’anno, questo non vuol dire che non dobbiamo versare le imposte...

Al momento non sono riuscita a capire come si possono pagare le imposte senza fare la dichiarazione, ma lo chiarirò presto...tanto non c'è fretta...il lavoro ancora non arriva!!!


Vocabolario :
Ma cos'è una dichiarazione dei redditi? 
La dichiarazione dei redditi è il documento contabile ed il mezzo con cui il cittadino-contribuente comunica al fisco le proprie entrate, ovvero il proprio reddito ed effettua i versamenti delle imposte relative a partire dalla base imponibile e dalle aliquote fiscali.

Il Contribuente
Il contribuente è un soggetto che, ai sensi del diritto tributario statale, è tenuto al versamento di tributi, contribuendo così al finanziamento delle casse dello Stato ovvero alla copertura delle sue uscite finanziarie (spesa pubblica).

Il Fisco 
Indica l'amministrazione tributaria nei rapporti con i contribuenti: il fisco non è, insomma, che il complesso dei rapporti patrimoniali di diritto pubblico dello Stato. In uno Stato, insieme degli strumenti normativi e organizzativi preposti all'imposizione e riscossione dei tributi; sistema tributario



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*Vediamo come APRIRE LA P.I. E
COME COMPILARE UNA RICEVUTA


PRIMO PASSO  Si può aprire la partita Iva dal vostro commercialista e serviranno solo 5 minuti
 (portate i documenti carta d'identità e tessera sanitaria),
 Oltre i documenti vi chiederà a che categoria lavorativa appartenete ed in questo caso ovviamente sarà professione sanitarie e infermieri!
E'importante per determinare l'ente previdenziale a cui fare riferimento (per esempio gli sportivi hanno l'Enpals, gli infermieri l'Enpapi, i medici un altro ancora...).

P.S. La partita Iva si può aprire anche da soli
attraverso l'agenzia delle entrate ma lo sconsiglio perché vorrebbe dire che non siete seguiti da nessuno, neanche per i calcoli dei contributi e delle tasse da versare e il discorso è complicato, quindi meglio sopratutto all'inizio farsi seguire per l'apertura e la contabilità, a meno che non siate pratici di compilazione di modelli ecc.


Il costo della consulenza del commercialista ha costi variabili, ci aggiriamo sui 150 euro l'anno diciamo ma potrebbe essere per voi una cifra diversa.

 SECONDO PASSO Dopo di che, prima di iniziare qualsiasi lavoro, dovete comprare un libretto di ricevute sanitarie da Buffetti al costo di pochi euro poiché sono da compilare ad ogni prestazione effettuata, sia singola che fornita in un arco di tempo.

Il libretto permette di scrivere due fogli contemporaneamente con carta copiativa di cui un foglio (il primo, diciamo quello originale a penna) va consegnato al datore di lavoro e un foglio (il secondo, in copia) per voi.

Quando ne avete accumulate due/tre portateli al commercialista
 (Fatelo regolarmente: sopratutto prima della fine dell'anno, prima delle scadenze per la stesura della dichiarazione e prima di averne un mazzo da 20 kg!!!!).
In questo modo avrà tempo di curare la vostra dichiarazione per poi farvi avere, alle scadenze previste, dei bollettini con cui pagare le tasse o vi chiederà i soldi per pagarle.

P.S. Portate al commercialista il libretto con le copie rimaste a voi e chiedete o fate delle fotocopie per lui (è bene che rimangano anche a voi delle copie delle ricevute oltre che al datore e al commercialista.)


Entriamo nel vivo

Questo è il suddetto libretto

*Come compilare le ricevute:

#Ragazzi io attualmente non sto compilando ricevute come infermiera ma per un altra professione, la partita Iva e il sistema è lo stesso quindi penso che le mie indicazioni vadano bene anche per infermieri.

Ogni volta a fine mese o a fine prestazione si compila la ricevuta con:


Ricevuta numero 1 (se è la prima e poi in progressione. Ogni anno solare il conteggio ricomincia)

La data odierna in cui la consegnate al datore di lavoro;

Nello spazio bianco in alto a sinistra, affianco alla scritta ricevuta, i nostri dati con nome cognome indirizzo codice fiscale e n°partita Iva;

Più in basso dove vedete la S. si scrivono i dati della persona a cui emettete la fattura. Mettete più dati possibili, nome e cognome, codice fiscale, partita Iva (se è un azienda), indirizzo ecc. A volte tutte queste info possono essere racchiuse in un Timbro, che va benissimo.

Dove dice descrizione della prestazione sanitaria o della cessione si scrive "prestazione libero professionale riferita al mese di xxx oppure prestazione libero professionale del giorno xxx;

Lasciate qualche riga bianca e più in basso si deve scrivere una frase precisa riferita al regime di partita Iva a cui si appartiene, nel caso si appartenga al "regime dei minimi" con partita iva aperta ad esempio nel 2014 si deve scrivere una frase tipo questa che io onestamente ho copiato da altri qui nel web ma penso che vada bene però ATTENZIONE: CHIEDERE  CONFERMA E INDICAZIONI  AL VOSTRO COMMERCIALISTA!! :

"Prestazione svolta in regime fiscale agevolato ex Art 1 comm 93-117 legge 244-2007 come modificato dall'art 27 DL 88/2011 e pertanto non soggetto a ritenuta d'acconto ai sensi del provvedimento dell'agenzia delle entrate n' 185820"
oppure
"Fuori campo applicazione Iva articolo 1, comma 100, legge 244/2007".

Dove dice Totale scrivere il prezzo della prestazione e sotto dove dice Bollo indicare il prezzo della marca da bollo
Quindi dove dice Da pagare scrivere la somma del totale più la marca da bollo infatti....

Bisogna apporre nell'apposito spazio quadrato in basso a sinistra una marca da bollo, sulla prima pagina delle due, quella che va al datore di lavoro e si compra in tabaccheria.

Il costo di questa va addebitato a chi vi paga quindi se dovete incassare 10 euro emettere la ricevuta da 12 euro

Complimenti, avete appena emesso una ricevuta per il vostro lavoro!!!!

sabato 29 marzo 2014

Inchiesta di Repubblica



Questa inchiesta dovrebbe essere letta da tutti i sanitari a mio avviso, è troppo importante conoscere la situazione della nostra sanità, oltre quello che già sappiamo su come vanno male le cose, questa inchiesta svela il dietro le quinte del mondo delle ambulanze. 
Solo l'ennesimo caso di malasanità e malagestione che coinvolge il paziente/cittadino in prima persona...
Mettetevi nei panni di chi chiama il 118 e dopo aver letto questo articolo non saprà più chi si trova davanti...! Dobbiamo essere la rassicurazione, la sicurezza del cittadino e invece siamo l'incubo, che inizia già dalla soglia di casa...

------------Buona lettura-----------

In Italia sono migliaia, cinquemila solo quelle affidate ai 200mila volontari delle Pubbliche assistenze e delle Misericordie. Poi ci sono quelle pubbliche e quelle della Croce Rossa. Ma quando si chiede l’intervento di un mezzo di soccorso non si ha nessuna certezza su cosa arriverà, sul personale a bordo, sull’efficienza degli strumenti. Così come non c'è chiarezza sui costi del servizio che variano da regione a regione, da provincia a provincia. Ora Pubbliche assistenze e Misericordie chiedono regole più precise e la prossima settimana manifestano a Roma 
....

Può capitarvi un volontario o il dipendente di una cooperativa, l'addetto di una Asl o di un'azienda che gestisce la centrale del 118. 
In Italia, a seconda di dove vi sentite male troverete soccorritori diversi. 
Nel mondo già eterogeneo della sanità non c'è nessun settore spezzettato come quello dell'emergenza. Le differenze non sono su scala regionale ma provinciale: anche due aziende sanitarie confinanti possono essere organizzate in modo diverso. 

Storicamente è il volontariato a mettere a disposizione del sistema sanitario le ambulanze. Cioè Anpas (che riunisce le Pubbliche Assistenze) e Misericordia (forte soprattutto al Centro).
Il loro ruolo è fondamentale in realtà come la Toscana e l'Emilia, che hanno continuato ad utilizzare le ambulanze di associazioni che hanno storie secolari. Ci sono però realtà dove il sistema pubblico fa da solo, o quasi, come Veneto, Val d'Aosta, Lazio e Sicilia.
Quasi perché talvolta vengono bandite gare a cui partecipa anche il volontariato, è il caso del Lazio, oppure, come in Sicilia, alle associazioni si chiede di coprire le "eccedenze", cioè di mettere a disposizione ambulanze nelle zone in cui non arrivano i tantissimi stipendiati del servizio sanitario regionale.
E questa è solo un primo schema del settore. 
Poi bisogna far entrare in campo un terzo attore, la Croce Rossa, che è un'organizzazione complessa che vive un periodo di difficoltà, anche per quanto riguarda l'attività di soccorso. E ad esempio in Lombardia non è quasi più presente però in altre Regioni resta una realtà importante. 


Per il 118, ci sono delle Asl che affidano il servizio di emergenza attraverso bandi di gara.
In questo modo in Basilicata, ad esempio è stato escluso il volontariato. 
Stessa cosa è successa in Campania alla Asl di Benevento.

In Emilia, si diceva, c'è invece una storia antica di presenza del volontariato, e le associazioni vengono accreditate dalla Regione che indica dove c'è bisogno di ambulanze sul territorio. 

La Toscana è andata oltre: con una legge, ha inserito all'interno del sistema sanitario il volontariato. Lo ha fatto perché l'Unione Europea ha contestato che un servizio così costoso (un'ottantina di milioni di euro) sia affidato senza bandi di gara. Per evitare l'ingresso di soggetti privati si è così fatta una legge che rende le associazioni un pezzo di sanità. 

Anche in Liguria e in Piemonte ci si sta chiedendo se percorrere la stessa strada.

In Lazio no, lì c'è l'Ares, che lavora con personale stipendiato, anche se con problematiche che affrontiamo negli altri pezzi di questa inchiesta. 

In Veneto, a Rovigo, è nata invece una cooperativa di Pubbliche Assistenze, che ha vinto una gara. 

In Lombardia ci sono varie soluzioni, in certi casi le ambulanze hanno a bordo solo personale stipendiato, in altri volontari. 

Insomma, città che vai, soccorritore che trovi. 


ROMA è un caso a parte!!

Chi chiama il 118 per una emergenza, come si è detto, è convinto che una ambulanza sia uguale all'altra, cosi non è, nel Lazio ne esistono addirittura di cinque tipi, dalla più attrezzata alla basic, da quella con personale ultraspecializzato a quella che a bordo ha solo dei volontari.
Ormai quasi la metà delle ambulanze della Regione Lazio non sono più pubbliche, sono gestite da società private, da onlus, da croci multicolore, dalla Croce Rossa con dipendenti propri o volontari, oppure sono ambulanze "spot" (autoambulanze occasionali, che entrano in servizio a chiamata, giorno per giorno) per le quali è impossibile fare controlli e verifiche certe "nessuno sa al momento dell'attivazione di questo tipo di ambulanza chi sono le persone a bordo, quale sia la loro formazione, e che tipo di allestimento abbia il mezzo", spiega Rosita Di Gregorio, coordinatrice della sala operativa 118 dell'Ares (Azienda regionale emergenze sanitarie). Le ambulanze private non sono tutte uguali. "La maggior parte delle macchine di volontario hanno soltanto due soggetti di equipaggio e mai soggetti sanitari", dice Sabino Venezia, coordinatore nazionale Pubblico Impiego per Usb (Unione sindacale di base). 


Ma ripartiamo dall'inizio, dalla nostra telefonata al 118. "Le ambulanze private comunicano con la centrale operativa principalmente via telefono cellulare, così come quelle pubbliche, stante i noti problemi delle comunicazioni radio che saranno superati attraverso l'imminente passaggio da sistema analogico a digitale" spiega la ex direttrice generale dell'Ares, Rossella Carucci.

L'Ares, sta cercando, dal 2005, di dotarsi di un nuovo sistema radio. Ad oggi tutto il sistema di comunicazione tra autoambulanze e centrale operativa 118 si regge fondamentalmente sui cellulari con evidenti rischi di copertura del gestore, ritardo nelle trasmissioni di soccorso, ritardo nelle comunicazioni per linee occupate. In caso di maxiemergenza, le prime a saltare sono proprio le comunicazioni dei cellulari perché i ripetitori si saturano rendendo ingestibile ogni tipo di contatto con le singole ambulanze.
Il nuovo sistema digitale, dal costo di 16 milioni di euro, non sarebbe tutt'ora operativo, avrebbe dovuto coprire tutta la regione ma nelle provincie laziali non funziona affatto e a Roma e Roma provincia funziona a intermittenza. Inoltre tutti i mezzi privati (convenzionati, spot, Cri, e croci multicolore varie) sono privi di radio. Il risultato è che la trasmittente viene usata poco e nel caso in cui saltassero le linee dei cellulari "molti mezzi non li potremmo più utilizzare", sottolinea Rosita Di Gregorio "Questo significa non ottemperare più agli obblighi del 118, quindi garantire il soccorso". Inoltre in caso di maxiemergenza,  l'Ares dovrebbe disporre di personale con pronta reperibilità. 
"Una lista del genere dovrebbe essere disponibile in centrale operativa 118", chiarisce Rosita Di Gregorio, ma in centrale ovvero il luogo da dove coordina la ricezione delle chiamate al 118, non l'ha mai vista. Eppure esiste visto che nel 2012 in bilancio erano previsti circa 300mila euro di indennità per "reperibilità". Dalla sala 118 si coordinano e controllano gli interventi d'emergenza, mentre chi vigila se le ambulanze operative siano in regola e idonee a prestare soccorso, è il dottor Michele Tancredi Lojudice (direttore Acovies, la struttura di Ares che controlla le attività dei convenzionati, tra cui i volontari). E' lui a svelare come funziona la gestione dei protocolli di vigilanza. "La legge regionale non prevede sanzioni e non definisce uno specifico reato", dice "quindi né io né gli altri dirigenti dell'ufficio abbiamo la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, in altri termini non possiamo fermare i mezzi per strada o accedere alle sedi senza il consenso del rappresentante legale". Ovvero, prima di controllare il mezzo di una società privata, il controllore deve avvisare il controllato. 



Sui circa 220 mezzi impiegati nel Lazio un centinaio sono privati. Tra questi ci sono le ambulanze definite "spot", ovvero auto private chiamate occasionalmente, per coprire gli imprevisti. Costano all'Ares più di 5 milioni l'anno, solo su Roma ce ne sono in servizio una trentina ogni giorno, con oscillazioni che arrivano anche a 38-40 vetture. Il costo di una singola ambulanza "spot" può andare dai 600 ai 1200 euro, anche se fa un solo intervento. Mentre sul versante pubblico l'Ares attua dal 2009 il blocco dei turn over, chi va in pensione non viene rimpiazzato. I dipendenti pubblici sono soggetti a doppi turni per compensare la carenza di personale. "Solo che non si tratta di 10 pratiche amministrative in più, ma si tratta di soccorrere in modo efficace 10 persone in più", dice lapidario su questo punto Sabino Venezia. I continui doppi turni, inevitabilmente si portano appresso una ricaduta sugli interventi, il personale stanco è soggetto a rischi maggiori: c'è una percentuale di infortuni sul lavoro che è superiore a quella dell'industria pesante o di quella cantieristica (175 infortuni ogni mille dipendenti) come riporta il documento unitario stilato delle Rsu (rappresentanti sindacali unitari) dell'Ares 118. L'ex direttore generale, Rossella Carucci, dà il quadro totale di spesa: "Il costo annuo del personale (pubblico) è di circa 100 milioni di euro". Da qui quasi il 20% del bilancio Ares è dedicato alla voce straordinari. Primo Trinca, sindacalista Cisl, fa i suoi rapidi conti: "Sono circa 20 milioni di euro all'anno senza i quali verrebbe azzerato il servizio di emergenza in numerose località". 


In questo contesto la provincia di Latina e Frosinone, dal 2013, stanno sperimentando una nuova fase di privatizzazione. Il servizio di primo soccorso è stato infatti assegnato totalmente nelle mani del privato. Il 23 gennaio scorso è stato pubblicato sul sito della Regione Lazio il bando che mette a gara europea postazioni d'intervento. Il tutto per la cifra di 65 milioni per 3 anni. Leggendo le carte attentamente parrebbero riscontrarsi delle anomalie, ad esempio si contravviene al DPR del 27 Marzo 1992, in cui si identifica nel sistema radio la base delle comunicazioni con la centrale, invece questo nuovo bando sancisce che i mezzi sul territorio possano non avere un sistema radio e comunichino solo attraverso telefonia mobile (a questo punto non si capisce perché si investano 16 milioni di euro per la realizzazione un nuovo sistema radio, di cui non se ne prevede l'uso). La seconda nota che balza agli occhi è il passaggio in cui si sancisce la possibilità di avere un equipaggio a due unità solamente, contravvenendo anche qui ad una delibera della Regione Lazio, la n° 1004/94. 

lunedì 24 marzo 2014

concorso brescia

Voglio essere onesta, avevo preparato tutte le carte da spedire, e mi ero iscritta anche on line, insomma, avevo fatto quasi tutta la procedura, poi all'ultimo momento non ho spedito, presa dallo sconforto e dalla depressione. Dopo qualche giorno leggo questa notizia: 
Brescia 10.200 richieste presentate per il concorso indetto dal Civile per 35 posti a tempo indeterminato da infermiere.
..forse avrei dovuto affrontare quel viaggio, spendere i soldi del treno e dell'autobus, della notte in ostello, per godermi questo spettacolo, che ha stupito lo stesso direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera bresciana!?si può parlare anche solo di speranza in queste condizioni? Comunque Si, bisogna andare sempre a provare i concorsi...però...
Cosa ne pensate voi?
Ecco qualche notizia in più.
«A memoria mia non c’è mai stato un numero così elevato di candidati per un concorso indetto dal Civile». Lo stupore del direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera bresciana, Primo Fogassi, è palpabile. Questa è la reazione a caldo di fronte alle 10.200 richieste presentate per il concorso indetto dal Civile per 35 posti a tempo indeterminato da infermiere. Seppure il Bando ufficialmente parli di soli 20 posti, in realtà il Piano di assunzioni del Civile per il 2014 prevede già 35 incarichi. Solo due anni e mezzo fa un concorso analogo, con qualche posto in meno, ma identico in termini di incarico, aveva ricevuto 2.800 richieste.
Si dovrà aspettare la settimana prossima per avere un quadro completo dei 10mila candidati al concorso del Civile, con indicazioni sulla provenienza geografica e su quanti materialmente si presenteranno alla preselezione.
Secondo l’esperienza degli ultimi anni, come spiegano proprio dal Civile, i candidati reali dovrebbero essere il 30 per cento in meno di quanti hanno fatto la pre-iscrizione on line, ma pur sempre 7mila.

portiere e curriculum

                            Portiere non te reggo più!

Non mi importa se stai facendo in fondo in fondo il tuo lavoro...io ormai l'ho capito...tu sei il nemico del neolaureato, che quando va a consegnare i curriculum trova te. 
Tu rappresenti la barriera fisica ma sopratutto mentale tra noi e il lavoro, ci togli l'utopia di poter parlare con qualcuno, un essere umano che scambi con noi due parole...sei la negazione del sogno che il nostro curriculum sia  letto e non accantonato o peggio cestinato...!!!!
Portiere...io dopo averti incontrato in mille cliniche, in cento ospedali, in case di cura, oggi più serenamente ti capisco, ok! è il tuo lavoro non far bussare all'ufficio del personale tutti i disgraziati che vogliono lasciare il loro curriculum, la posta, la pubblicità, ok! ma almeno famme un sorriso!illudimi che consegnerai con amore il mio curriculum!


domenica 23 marzo 2014

Chi salva un bambino, salva il mondo intero

Mi sembra doveroso pubblicare qualcosa sulle manovre di primo soccorso pediatriche
 Poche parole perché poi vi inviterò a visitare siti più dettagliati e specifici.
Ieri ci sono state le lauree di nuovi colleghi, ricordiamoci che come infermieri possiamo e dobbiamo anche insegnare qualcosa...affinchè non ci siano piu queste tragiche notizie propongo una catena di insegnamenti di manovre di primo soccorso...io inizio cosi!

Intanto secondo me impariamo cosa NON FARE (dal sito mamme acrobate)
- non mettere le mani in bocca per rimuovere il corpo, il rischio è di farlo andare più in profondità, causando un’ostruzione completa; è un’operazione che si può fare solo se il corpo è affiorante, cioè se lo si riesce a vedere prossimità delle labbra - ad esempio un “filo” di prosciutto che è incastrato in gola ma si riesce a tirare fuori prendendolo dalle labbra.
non dare da mangiare o da bere
non posizionare il bambino a testa in giù, non dargli pacche sulla schiena in quanto interrompono il meccanismo naturale della tosse che è la prima e più efficace difesa del corpo in presenza di un corpo estraneo nelle vie aeree.

Come RICONOSCERE un soffocamento
- Ostruzione Parziale  il bambino tossisce, piange, urla, ci chiama.
- Ostruzione completa l’aria non passa, il bambino non respira, non piange, non ha voce. È “un bimbo pesce” che boccheggia. Si porta le mani alla gola.

MANOVRE DI DISOSTRUZIONE


Bambino: in difficoltà, che non respira

Io: mi avvicino, lo invito a tossire, rispettando inizialmente la posizione a lui più comoda, mi inginocchio dietro di lui, di lato, con un ginocchio sollevato in modo da averlo tra le gambe

Bambino: smette di tossire, di respirare, diventa blu, si agita, è ancora cosciente

Io: ALLERTO I SOCCORSI , rimanendo dietro il bambino, lo afferro per la mandibola e lo piego poggiandolo sul mio ginocchio ed effettuo 5 colpi interscapolari con via di fuga laterale, rimetto in piedi il bambino e pratico 5 manovre di Heimlich (mano chiusa, tra processo xifoideo e ombelico, spinge a cucchiaio) dopo di che riprendo per la mandibola e ricomincio, alternando 5 e 5 fino a disostruzione avvenuta.

Se il bambino diventa incosciente, chiamo il 118 e stendo il bambino, pratico una MODICA estensione del collo, e guardo la bocca, SOLO se l'oggetto è affiorante lo tolgo con il mignolo, altrimenti lo lascio dove sta. Pratico 5 insufflazioni e passo alla rianimazione cardio polmonare con 30 compressioni per tre volte, alternando due insufflazioni (nuove linee guida).
Mi fermo SOLO quando arrivano i soccorsi avanzati, c'è la ripresa del circolo o sono assolutamente sfinito.
Mai interrompere la respirazione o il massaggio perchè anche se non ce ne rendiamo conto stiamo spingendo sangue e ossigeno al cervello, seppur minimo, molto utile.


Nel caso di un LATTANTE 


 La manovra va fatta inginocchiandosi, adagiando il lattante lungo il proprio braccio, leggermente declive e con la mano libera praticare 5 pacche con via di fuga laterale, dopo di che girare il lattante a pancia in su girandolo sull'altro braccio e praticare 5 compressioni lente e profonde con due dita, tra i due capezzoli. Ripeto la manovra 5 più 5.





Se il lattante diventa incosciente procediamo a porlo sul pavimento, 5 insufflazioni bocca naso e 30 compressioni (come sopra, con due dita) ripetendo i cicli fino ai casi suddetti.


Quello che tutti dovrebbero seguire è  lui: 



Secondo me è un mito, io l'ho incontrato durante il corso per diventare volontario di Croce Rossa e poi quest'anno per il corso PBLSD, è una persona fantastica, un professionista indiscusso e con una missione speciale...visitate il suo sito.




Ma sopratutto guardate i suoi VIDEO perché spiegheranno più di mille parole
in 3.35 minuti vi dice tutto, e gli argomenti sono moltissimi, bambini, lattanti ecc.




Vorrei raccontare ai colleghi sanitari cosa mi ha detto un amica parlando di quello successo da Ikea nei giorni passati "Mbè certo, ma bastava prenderlo per i piedi e sbatterlo un pò"
Non so quanti di voi, come me, sarebbero inorriditi, sopratutto dopo pochi mesi dall' ultimo corso PBLS (pediatric basic life support) con il fenomenale Dott. Squicciarini, che conferma l'erroneità di questo tipo di manovra!
Quello che ho pensato io un po infidamente è stato "possibile che ci sia ancora gente che pensa che il bambino vada sbattuto come un pesce?"
Poi mi sono ravveduta, ho pensato "ma che st...za sono?!, non tutti hanno avuto accesso alle informazioni come me, o si interessano all'argomento, o hanno prestano attenzione a questo, perché non si pensa mai che potrebbe coinvolgerci in qualche modo".
Quindi se c'è anche una sola persona che non sa, che non è informata, ci deve essere qualcuno pronto a spiegarglielo di nuovo.
Non abbassiamo mai la guardia, non siamo mai snob, non diamo mai per scontato!
A me ha passato il testimone la mia amica quando mi ha fatto capire di non sapere nulla sull'argomento, e a voi? a chi spiegherete in questi giorni le manovre?


Questo è pezzetto del suo messaggio sulla Home Page del Dott. Squicciarini

Il mio sogno di OGGI non è più quello che avevo qualche anno fa quando ho iniziato questo percorso: all’inizio desideravo un convegno nazionale e  poter divulgare a tutti le manovre corrette, oggi che:
-    di convegni ne ho fatti decine,
-    di regioni ne ho visitate moltissime,
-    di istruttori ne ho formati circa 650 in un anno
-    di formatori nazionali almeno 20
-    di referenti regionali 15
-    ho stampato 20 mila manualetti e li ho distribuiti
-    ho stampato 30mila poster che sono stati distribuiti in ogni dove
-    ho realizzato ben 4 DVD sulle manovre che sono sia on line che stampati e diffusi
-    ho una lista di attesa per formare Istruttori Croce Rossa ovunque

Il mio SOGNO quindi OGGI è un altro, in quanto ho raggiunto l’obiettivo prefissato.
Cosa desidero oggi ?
Oltre a questo sogno di poter girare tutta l’Italia e coordinare in ogni regione quanto sopra descritto e cercare di coinvolgere sempre più persone per riuscire in capo a pochi anni ad azzerare quel numero assurdo di un bimbo morto quasi a settimana in ogni regione ed in ogni fascia sociale della nostra penisola.
Se muore un uomo lei è VEDOVA, se muore una donna lui è VEDOVO, se ad un bimbo muoiono i genitori lui è ORFANO, ma se ai genitori muore un bimbo…..non esiste il nome. Sono i SENZA NOME, perché in 2000 anni di storia l’uomo non ha coniato un termine per ciò che è CONTRO LA NATURA DELLA VITA STESSA.
Per fare questo servono risorse, soldi, e uomini di buona volontà, io non dispero, magari una ereditiera che non sa cosa fare della sua eredità potrebbe decidere di mettere in piedi la più grande campagna operativa mai esistita. Il fatto è che tutti quelli che occasionalmente se ne sono occupati o lo hanno fatto per poco e non assistiti da una campagna duratura e con fondi scarsi.
La mia fortuna è  stata che la Happy Family ONLUS che avevo creato con alcuni Amici ( http://www.happyfamilyonlus.it che si occupa di migliorare la qualità della vita dei bambini in chemioterapia e delle mamme che li assistono ) si è occupata di stampare il materiale didattico da donare ad ogni mamma. Moralmente non è giusto che se un genitore è ricco può permettersi di comperare un libro o un DVD e se invece è povero non lo può fare. Ecco perché credo che tutti debbano riceve gratuitamente il materiale per imparare a salvare un bambino.
Se poi la ricca ereditiera non si vedrà all’orizzonte, continuerò a fare ciò che faccio: giro per le scuole con la Croce Rossa, spedisco DVD a chi lo chiede, invio manualetti nelle scuole, chiedo di stampare poster a qualcuno in ogni città , e metto tutto on line per far scaricare a tutti il materiale.
Ho deciso che non mi occuperò più del COME ma solo del…. COSA.
ho superato e realizzato ben oltre quello che sognavo tempo fa.

Sogno in maniera intensa di realizzare il più grande centro di formazione per Genitori, nonni, maestre d’asilo, insegnanti di scuole elementari, assistenti sociali di bambini malati, bagnini, baby sitter, capo boyscaut e tutti coloro i quali vivono e lavorano con i bambini, per poter insegnare loro gratuitamente quello che di diritto questa società doveva dargli e non gli ha donato: imparare  a salvare vite umane , ma soprattutto di bambini.

QUALCOSA IN PIU'
Il Baby Security permette di individuare, tutti quegli oggetti che più frequentemente causano il soffocamento dei bambini, ed eliminarli dagli ambienti da loro normalmente frequentati, per renderli luoghi sicuri. Questo dispositivo ha una forma che ricorda un po’ quella di una lente di ingrandimento; nella sua parte superiore circolare, c’è un foro del diametro di 4,5 cm che sarà la nostra guida: tutti gli oggetti che passano attraverso questo foro, non sono adatti ai bambini e sono pericolosi.

I PERICOLOSI...
- noccioline e arachidi
- caramelle
- pile
- palline
- prosciutto crudo, wurstel o similari tagliati grossi
- pezzi di frutta troppo grandi
- acini di uva
- pongo
- monete
- tappi di biro
-palloncini
Un’attenzione particolare poi, deve essere prestata ai giocattoli, che possono contenere parti potenzialmente pericolose, sebbene lo sviluppo di norme di sicurezza che regolano la loro produzione, abbia introdotto maggiori e più attenti controlli.