Ricordiamoci sempre un grande insegnamento: il paziente va sempre trattato come se fosse infetto (anche il più innocuo, l'insospettabile), e quindi vanno impiegate sempre tutte le procedure correttamente, senza sottovalutare mai le eventualità.
Nonostante questo l'incidente può succedere, al migliore, all'esperto, al più anziano ma ancora di più allo studente!
Mi è capitato che delle colleghe studentesse si pungessero quando eravamo in turno a Tirocinio insieme e alcune cose non mi sono piaciute.
La prima è che purtroppo la prima reazione del tutor o dell'infermiere in turno è stata un po negativa, della serie "Ma come hai fatto, scemotto?" e vabbe, ci può stare, perché magari uno ha fatto una cavolata, che sapeva di non dover fare (tipo rincappucciare l'ago!!) però infierire non serve a nulla...forse già ci si sente degli scemi da soli e non ci serve che qualcun altro ce lo faccia sentire anche senza dirlo apertamente.Diciamolo: siamo studenti!Sono incidenti che possono succedere e comunque il peggio è il nostro!Evitiamo poi anche di far girare la voce cosi che tutti vengano a chiederci come abbiamo fatto a pungerci, e noi che già ci rode da morire e siamo pure spaventati, dobbiamo ripetere la storia, mortificati come se avessimo punto loro, alla signora delle pulizie, alla dottoressa, al parente ecc ecc.
E qui arrivo alla seconda cosa che non mi è piaciuta. Nonostante l'atteggiamento iniziale, nessuno è contento dell'accaduto e alla fine tutti tirano fuori l'istinto materno e cominciano ad occuparsi di te, ma sanno cosa devi fare? Arriva un momento in cui gli sguardi vanno per aria, la gente comincia a fischiettare e nessuno prende in
mano la situazione...
....il mio immancabile §CONSIGLIO è sempre quello delle prime righe: i pazienti sono tutti infetti fino a prova contraria, quindi andate sempre e dico sempre con i presidi di protezione individuale!
Non sono ridicoli e tanto meno superflui!
Non credete mai di essere arrivati al livello di non averne bisogno...
Io soffro anche quando vedo gli Infermieri con 30 anni di servizio fare i prelievi senza guanti...che pure se lo potrebbero permettere anche di farli ad occhi chiusi!!figuriamoci uno di noi!!
Ci vuole concentrazione e poca inventiva all'inizio!La creatività la potremmo adottare tra almeno 10 anni carriera...!
La gestualità e la manualità nel nostro mestiere è fondamentale e io sono convinta che dobbiamo insegnarla alle nostre mani prima che al nostro cervello, ci sarà tempo per rilassarsi. o forse no?!?
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Prima di dirvi cosa fare, analizziamo un po la questione e facciamo un po di educazione sanitaria (da un bel documento dell' AZIENDA OSPEDALIIERA“CANNIIZZARO”)
Le cause della puntura accidentale da ago sono:· terapie iniettive praticate a pazienti agitati o non collaboranti;
· pulizia strumenti taglienti;
· reincapucciamento dell’ago dopo il suo uso;
· inserimento dell’ago nel deflussore al termine di una terapia infusionale;· manovre varie nella eliminazione dell’ago;
· uso di contenitori impropri con pareti sottili e facilmente forabili.
Norme per l’uso di aghi e taglienti
- Non reincappucciare mai gli aghi usati.
- Procedere con la massima attenzione per prevenire punture o tagli.
- Evitare il passaggio da mano a mano di taglienti da parte degli operatori.
- Laddove occorra praticare su uno stesso paziente iniezioni multiple di anestetico o di altri farmaci da una singola siringa, è prudente, nell’intervallo tra una iniezione e un’altra, proteggere l’ago nodo in un tubo sterile, piuttosto che incappucciarlo.
- Smaltire aghi, siringhe, lame di bisturi e altri taglienti negli appositi contenitori rigidi resistenti alla foratura.
- Non manipolare o tenere con sé siringhe o taglienti usati, oltre il tempo strettamente necessario.
- Non disconnettere manualmente gli aghi dalle siringhe o le lame di bisturi dal portalama e non piegare, spezzare o manipolare in qualunque modo gli aghi.
- Non manipolare gli aghi usati con entrambe le mani.(operazioni con una sola mano)
- Non infilare gli aghi nei set di infusione.
- Non rivolgere mai la punta dell’ago verso il corpo.
- Utilizzare aghi con sistemi di protezione.
- Durante l’uso di aghi e taglienti, gli altri operatori devono tenere le mani lontano dal
campo interessato dall’operazione a meno che non sia richiesto il loro aiuto.
- Contenitori resistenti alla puntura devono essere sistemati in vicinanza ed in posizione comoda, rispetto al posto dove devono essere utilizzati.
- Non rompere,manipolare,piegare gli aghi usati con le mani.
- i contenitori di sicurezza non vanno riempiti fino all'orlo ma al massimo per 3/4 (salvo attenersi alle indicazioni di massimo livello presenti sugli stessi)e alla fine del riempimento vanno
chiusi in maniera definitiva.
Ricordate inoltre che sia il d.lgs 626/94 e successive modifiche, sia il Ministero della Sanità con decreto del
28/09/1990 (art. 9, comma 3) “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie pubbliche e private” prevedono l’obbligo per gli operatori sanitari di:“Comunicare immediatamente all’ organo preposto l’accidentale esposizione a sangue o ad altri liquidi biologici per l’adozione degli opportuni provvedimenti”.
L”organo preposto”viene individuato nel medico di reparto (ambito ospedaliero) o nel responsabile medico della struttura extra ospedaliera in cui avviene l'infortunio. I termini responsabile medico o medico del reparto individuano la figura medica in servizio al momento dell'infortunio.
(dal documento PROTOCOLLO POST-ESPOSIZIONE CON MATERIALE POTENZIAMENTE INFETTO dell'Usl Roma F http://www.comune.canalemonterano.rm.it/docs/rischio_biologico.pdf)
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Allora arriviamo al dunque, ho pensato di dirvi cosa fare o come cercare di indirizzare i tutor nel caso non gli sia mai capitato uno studente Punto...
Ovviamente ogni ospedale ha le sue procedure che potete trovare in internet o chiedendo alla caposala e comunque ci sono linee guida generali per qualsiasi tipo di esposizione a rischi biologici (vi si apre un mondo se digitate su google).
Cosa fare se vi siete punti accidentalmente
DA FARE SUBITO E SEMPRE:

In caso di puntura o taglio aumentare il sanguinamento della ferita,
detergere con acqua e sapone,
quindi procedere alla disinfezione accurata della ferita con clorossidante elettrolitico (tipo Amuchina al 5%), o con prodotto a base di PVPJ ( tipo Paniodine, Betadine).
In caso di contatto con il cavo orale procedere a risciacqui con clorossidante elettrolitico (tipo Amuchina 5%), oppure con Acqua Ossigenata 10 vol.
In caso di contatto con le congiuntive procedere ad abbondante risciacquo delle mucose con acqua o
soluzione fisiologica.
Accertarsi della propria situazione anticorpale circa il virus dell’epatite B, ogni lavoratore deve avere un
certificato di vaccinazione antiepatite B, da esibire al momento di un eventuale infortunio biologico.
POI
A prescindere dalla procedura che vale per tutti, tu studente dopo aver fatto quello sopra descritto devi avvisare il tutor, e consiglio, per esperienza, di avvisare la Caposala, perché state certi che a Lei sicuramente non piace che succedano cose nel suo reparto senza che Lei lo sappia ed è comunque una forma di rispetto avvertirla, anche perché scoprirete che è la più informata e vi aiuterà, subito dopo la cazziata iniziale!
Sarà lei o chi l'infermiere che ne va le veci a portarvi dal Medico del reparto.
Il medico controllerà la storia del paziente e già saprà darvi qualche rassicurazione sulla sua storia infettivologica (Hiv? Epatiti?altro?)
Dopo di che avete il colloquio con il medico infettivologo, nel nostro caso si va al reparto di malattie infettive, dove spiegate di nuovo l'accaduto, anche questi medici controllano la storia del paziente e se il paziente non ha nulla di sospetto si aspettano i risultati delle vostre analisi e si concordano con voi dei follow up, a 6 settimane, 6 mesi e 1 anno, mi pare, perché come sapete non tutte le malattie infettive si manifestano subito delle analisi del sangue.
In caso di paziente notoriamente infetto vi si porporrà si accettare dei trattamenti antivirali o vaccini.
LA PROCEDURA DICE...
1 - L'infortunato si rivolge al medico di reparto dal quale proviene il “Paziente Fonte”; se il “Paziente
Fonte”, dal quale proviene il materiale biologico, è identificabile, il medico di reparto deve:
- Procedere ad una immediata indagine epidemiologica e clinica sul paziente fonte utilizzando come
schema logico di valutazione del rischio
- eseguire gli accertamenti, richiedendo al “Paziente Fonte” il consenso che
deve essere recepito in forma scritta utilizzando gli appositi moduli, ed inviando i campioni, nel più breve tempo possibile, al laboratorio di analisi.
- il medico del reparto all'esito dell'anamnesi e delle indagini di laboratorio in collaborazione con lo specialista (se presente) o con personale medico formato ed indicato dalla Direzione Sanitaria del P.O., deve informare l'infortunato circa la necessità di avviare eventualmente la profilassi farmacologica, la tipologia dei farmaci da utilizzare, eventuali controindicazioni. In particolare, per ciò che attiene il rischio potenziale di infezione da HIV, della possibilità di avviare una profilassi anti HIV con farmaci antiretrovirali entro le 4 e non oltre le 24 ore, fornendo un quadro delle possibili indicazioni e controindicazioni riferite al suo caso specifico.
- Acquisire il consenso o il rifiuto della profilassi con farmaci antiretrovirali.
E' necessario assicurare l’esecuzione dell’ AcHIV la più rapida possibile - Il Laboratorio Analisi assicura, previa telefonata che annunci l’arrivo del campione, il risultato entro 2 ore.
2 - Gli infortunati devono quindi recarsi rapidamente presso il pronto soccorso ospedaliero per:
- presentare regolare denuncia di infortunio sul lavoro (ve lo chiederà il medico quando scrive il referto del Ps)
- profilassi con vaccino per l’epatite B).
- Eseguire nella struttura di pronto soccorso del prelievo di base al momento dell’infortunio
- In caso di consenso al trattamento con farmaci antiretrovirali, l'infortunato viene inviato e, se necessario,
accompagnato presso il Centro di Riferimento dell'Ospedale L. Spallanzani di Roma per la somministrazione
di trattamenti profilattici immediati (entro 4 e non oltre 24 ore dall’infortunio)
Il servizio di sorveglianza sanitaria (medico competente) riceve la segnalazione dell'infortunio dal medico del
reparto di provenienza dell'infortunato e l'esito dell'esame di base dal Pronto Soccorso ed attiva la sorveglianza post infortunio, che prevede il controllo ematologico del soggetto
All’operatore verrà proposto un
follow-up sierologico a 6 settimane, 3 mesi, 6 mesi e a un anno dal contatto.
GLI ACCERTAMENTI SANITARI
L’elenco che segue comprende l’insieme degli esami cui deve essere sottoposto sia l’operatore sanitario che hasubito l’esposizione, sia la fonte di esposizione. Detti accertamenti sono disposti rispettivamente dal consulente
infettivologo (se presente) e dal medico di reparto.
Accertamenti sierologici sull’operatore:
per tutti i soggetti infortunati:
HCVab – HIVab - HBsab
Accertamenti sierologici sul paziente (se identificabile)
HCVab – HIVab – Hbsab – HbsAg – Hbcab – HbeAg - HBeab
Altri esami possono essere disposti dall’infettivologo o dal medico del reparto.
Gli esami successivi a quelli di base vengono stabiliti dal Medico Competente nel corso della normale
attività di sorveglianza sanitaria post-esposizione.
BUON LAVORO



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